Fobie specifiche



Una fobia è una reazione di paura legata a uno stimolo o a una situazione circoscritta, che genera tensione e che può condurre a disturbi emotivi, sociali o lavorativi; la reazione viene riconosciuta come esagerata e irrazionale e può dare origine a comportamenti di evitamento o ad ansia intensa in circostanze in cui si è esposti allo stimolo o alle situazioni temute.

Secondo la comunità scientifica internazionale le fobie possono essere suddivise in quattro categorie principali sulla base della tipologia di stimolo:
- Fobia degli animali (ad esempio, cani, serpenti, ragni, topi, insetti);
- Fobia dell’ambiente e degli eventi naturali (ad esempio, altezza, acqua, temporali, buio);
- Fobia del sangue, delle iniezioni e delle ferite (ad esempio, aghi, procedure mediche);
- Fobia situazionale (ad esempio, treni, aerei, ascensori, luoghi chiusi, dentista).

La fobia è una paura molto intensa che provoca nel soggetto, in primo luogo, la comparsa di molte delle seguenti reazioni:

Sensazioni e percezioni fisiche:
- Accelerazione della frequenza cardiaca
- Aumento della sudorazione
- Tremori
- Accelerazione del respiro
- Mancanza d’aria, respiro affannoso o asfissia
- Tensione dei muscoli
- Sensazione di nodo allo stomaco
- Nausea
- Spossatezza muscolare
- Formicolii a mani e piedi
- Improvvise vampate di calore o brividi di freddo
- Costrizione o dolore al petto

Impulsi o tendenze ad agire:
- Impulso ad allontanarsi o fuggire
- Sensazione di paralisi
- Tendenza a piangere o gridare

Pensieri ed emozioni:
- Paura
- Preoccupazioni e pensieri (ad esempio, “che cosa succederebbe se…”)
- Sensazione che possa succedere qualcosa di orribile
- Pensieri del tipo: “è pericoloso” o “potrei fare qualcosa di pericoloso”
- Provare imbarazzo o irritazione
- Provare vergogna
- Difficoltà a pensare chiaramente.

In secondo luogo, chi soffre di fobie sviluppa una tendenza ad evitare tutto ciò che teme e, se questo evitamento non è possibile, a sopportare la situazione vivendola con grande malessere. L’evitamento può concretizzarsi nelle seguenti tipologie di comportamento:
- Non avvicinarsi all’oggetto o alla situazione specifica della fobia
- Scappare
- Trovare scuse per non fare la cosa temuta
- Fantasticare di trovarsi da un’altra parte
- Pensare ad altro
- Guardare altrove
- Fare uso di alcol o droghe
- Assumere ansiolitici
- Ricercare con insistenza la presenza di altre persone
- Parlare con chi è presente per cercare di non pensare.

In ultimo, una terza caratteristica fondamentale della fobia è il conflitto fra la razionale consapevolezza che la situazione non sia davvero pericolosa e il dubbio costante che invece possa esserlo.


QUANTO SONO DIFFUSE

La maggior parte delle fobie appaiono durante l’infanzia e la prima adolescenza e, con il passare del tempo e la crescita del soggetto, molte di esse possono regredire senza che sia necessario alcun intervento; altre volte, invece, se non trattate, tendono a cronicizzarsi. Si stima che la frequenza di fobie specifiche si aggiri intorno all’8% della popolazione e che meno dell’1% richieda un aiuto professionale.


TRATTAMENTO

Numerose ricerche attestano che il trattamento combinato di terapia comportamentale e terapia cognitiva rappresenti la soluzione preferibile. Tra gli obiettivi terapeutici il trattamento per la cura delle fobie specifiche prevede di lavorare sulle seguenti tre problematiche: ridurre il livello d’ansia generata dall’esposizione all’oggetto della fobia; ridurre l’intensità dell’ansia anticipatoria; ridurre il grado di evitamento.


Fonte: Andrews G., Creamer M., Crino R., Hunt C., Lampe L., Page A. (2003) Trattamento dei disturbi d’ansia. Guida per il clinico e manuali per chi soffre del disturbo. Centro Scientifico Editore, Torino


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